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.. Acque esterne  
 

Argomenti trattati:
9.1.a Ordinanze
9.1.b Postazione
9.1.c Dotazioni del Bagnino
9.1.d Dotazioni in spiaggia
9.1.e Zona di balneazione
9.1.f Corridoi SOS
9.1.g Corridoio di lancio
9.1.h Spiagge libere
9.2 Onde
9.3 Fondali
9.4 Le Buche
9.4bis Carte Sinottiche
9.5 Venti
9.6 Nubi
9.7 Metereologia
9.8 Ricerca pericolante
9.9 Vita Marina
9.10 Laghi
9.11 Fiumi
9.12 Barotrauma
9.13 Nodi



La funzione del BAGNINO al mare o al lago è di grande responsabilità. Sua cura è quella di sorvegliare i bagnanti, intervenendo in caso di necessità; nonché il rispetto delle leggi e la capacità di farle rispettare dai bagnanti. La conoscenza e la pubblicizzazione delle leggi è anche il primo strumento per prevenire infortuni o situazioni sgradevoli per il prossimo. Le leggi e le norme che riguardano un assistente bagnanti sono rappresentate dalle due ordinanze: quella della Capitaneria di Porto e quella comunale.
9.1.a L’ordinanza della CAPITANERIA di PORTO è un provvedimento emesso dal Comandante della competente CAPITANERIA di PORTO contenente normative e regolamenti che devono essere rispettati dai bagnanti, bagnini e gestori delle concessioni. L’ordinanza ha valenza territoriale (cioè essa è valida limitatamente al circondario marittimo, tutta la penisola italiana è divisa amministrativamente in comparti marittimi, diversi dai comuni) e temporale (generalmente ogni anno viene emessa una nuova ordinanza, che abroga la precedente).
L'ordinanza COMUNALE è un provvedimento restrittivo della sfera giuridica dei cittadini del comune di competenza con cui la giunta comunale impone nuovi obblighi giuridici: ordinanze balneari, direttive, accertamenti tributari ecc. L'obbligo di osservare l'ordine imposto è talvolta ben determinato e la sua inosservanza è sanzionata.

Pubblicità delle Ordinanze:
Entrambe queste due ORDINANZE devono essere esposte in un luogo ben visibile all'ingresso dello stabilimento. L'ordinanza della Capitaneria di Porto è quella che più direttamente riguarda il bagnino, mentre l'ordinanza comunale coinvolge soprattutto le competenze del gestore dello stabilimento.


Consulta l'ordinanza della Capitaneria di Porto del circondario di Fiumicino anno 2016.

ORA VEDIAMO COSA SI PREVEDE COMUNEMENTE NELLE ORDINANZE BALNEARI EMANATE DAI VARI CIRCONDARI DELLE CAPITANERIA di PORTO ITALIANE:

* 9.1.b ORGANIZZAZIONE DELLA POSTAZIONE di SALVATAGGIO
Il Bagnino di Salvataggio, ogni giorno prima dell’inizio dell’orario di balneazione (9.00-19.00 orario di balneazione/servizio salvataggio previsto da ordinanza) deve provvedere ad organizzare la sua postazione di salvataggio. In uno stabilimento ogni 100mt fronte mare, deve essere posizionata una postazione di salvataggio. Se lo stabilimento ha una larghezza fronte mare di 101mt sono previste due postazioni di salvataggio, viceversa se lo stabilimento ha una larghezza fronte mare minore di 100mt si andrà a posizionare una sola postazione nella zona centrale dell’area in concessione, con più visibilità possibile così come segue:
1). deve posizionare l'ombrellone rosso con scritta salvataggio/Rescue ad identificare la postazione di salvataggio;
2). binocolo;
3). pinne;
4) rullo saldamente fissato a terra con 200mt di sagola galleggiante e apposita imbracatura;
5). di fronte ad ogni ombrellone rosso, facente parte della singola postazione di salvataggio, ci deve essere il Pattino di Salvataggio: costituito da due scafi (detti pattìni) rossi, con la scritta ben visibile bianca “Salvataggio”, “nome dello stabilimento” e “località”, su ambedue i lati dello stesso. Nessuno, che non sia un soccorritore autorizzato, potrà mai sostare sul pattino.
Il pattino deve essere dotato di:

- due remi;
- due salvagenti anulari a norma, uno dei quali con 30m di sagola galleggiante;
- mezzo marinaio o gaffa;
- sistema che impedisca la perdita dei remi;
- scalmi e porta scalmi con blocco..


*9.1.c Le DOTAZIONI PERSONALI dell'assistente bagnanti sono:
1). maglietta rossa con la scritta posteriore SALVATAGGIO;
2). avere con se il BREVETTO di BAGNINO in corso di validità;
3). fischietto.
Inoltre il Bagnino deve garantire la sua presenza durante le ore di servizio sostando in postazione, o se necessario sull’imbarcazione di salvataggio.

*9.1.d Le DOTAZIONI di SICUREZZA di uno stabilimento sono:
1). al centro dell’area in concessione (stabilimento) ci deve esser un'asta sulla quale si deve issare giornalmente (se necessario) la bandiera prevista dall’ordinanza della Capitaneria che potrà esser di colore: giallo o rosso.
Bandiera gialla avverte che il vento è teso, ponendo l'obbligo agli stabilimenti di chiudere tutti gli ombrelloni e il divieto, quando il vento teso soffia verso il largo, di utilizzare in mare gonfiabili (materassini).
* * *

Con la bandiera rossa issata si sconsiglia la balneazione per condi meteo marine avverse, per pausa pranzo del bagnino(quando questa è prevista nell'ordinanza), per inquinamento e a mt 200 a destra e a sinistra di una foce di un fiume.
2). a partire dagli estremi della concessione si devono posizionare salvagenti anulari a norma, con 30 metri di sagola galleggiante disposti su pali uno ogni 50mt per un minimo di 2 ogni concessione con sopra riportato il nome dello stabilimento.
3). Stanza adibita al PRONTO SOCCORSO
Questa stanza, dedicata alle prime cure di un paziente, deve essere ogni mattina igienicamente pulita, e attrezzata con:
- Un lettino
- 2 bombole d’ossigeno;
- una mascherina per respirazione bocca a bocca con cannula e bocchettone;
- un tiralingua;
- un pallone ambu;
- tutto l’occorrente per far fronte a piccole ferite ed ustioni.


* 9.1.e ZONA di BALNEAZIONE
La zona di balneazione è quella zona dedicata alle attività ludiche dei bagnanti in mare.
Essa ha due caratteristiche: temporale e spaziale.
Quella temporale, stabilita dall'ordinanza, prevede che la balneazione si faccia tra le 9.00 e le 19:00 nei mesi tra fine maggio e fine settembre (pertanto leggere l'ordinanza nell'art. di riferimento).
Quella spaziale, prevede che la balneazione si faccia entro i 200mt dalla riva, zona delimitata da GAVITELLI (detti anche boe) di colore rosso distanti l'uno dall'altro 50mt, con su scritto il nome dello stabilimento.
Nell'area di balneazione è fatto divieto assoluto, onde evitare incidenti,di fare ogni genere di pesca e di navigare con natanti comprese moto d'acqua, kitesurf, surf, windsurf ecc., il loro transito, nell'area di balneazione, è consentito solo per necessità(situazione di soccorso o pericolo). Non sono considerati natanti i gonfiabili, i materassini, canotti ecc., pertanto questi potranno stare nella zona di balneazione, tranne e solo in caso di vento teso da terra, perché sorge la possibilità di essere trascinati a largo, pertanto il bagnino dovrà pubblicizzare questo rischio issando la bandiera GIALLA (vedi bandiere).

* OBBLIGHI del CONCESSIONARIO PRIMA DELL’APERTURA DELLA STAGIONE DI BALNEAZIONE
Il concessionario, o il gestore deve provvedere a :
1. segnalare il limite acque interdette alla navigazione tramite il posizionamento di gavitelli rossi a 200mt dalla battigia, uno ogni 50 mt per un minimo di due ogni concessione.
2. Delimitare il limite acque sicure 1.60 (metri di profondità) per i non esperti del nuoto tramite il posizionamento di gavitelli bianchi uno ogni 5 mt.

* 9.1.f CORRIDOI di SOS
I corridoi di SOS, previsti da ordinanza, sono due corridoi: uno a riva ed uno in mare da tenere liberi dedicati unicamente al transito di mezzi di soccorso e della Capitaneria di Porto.
Vediamo dove si trovano:
1). in mare tra i 200mt della zona di balneazione e i 250mt, costituendo lungo la costa un corridoio in mare, in questi 50 mt è fatto divieto assoluto sia ai natanti che ai bagnanti di sostare.
2). sulla spiaggia di 5mt a partire dal bagnasciuga. In questo corridoio è fatto divieto assoluto di mettere lettini sdraio et similia, ma solo mezzi di soccorso come ad esempio il pattino.

* 9.1.g CANALE DI USCITA - (Corridoio di lancio) - NON OBBLIGATORIO -
Necessario per far entrare ed uscire (in gergo atterrare / lanciare) dalla spiaggia i natanti compresi kitesurf, surf, windsurf ecc.,
Il gestore dello stabilimento per avere un corridoio di lancio dovrà prima della stagione di balneazione:
1. chiederne il permesso alla capitaneria;
2. attrezzarlo con sagole galleggianti armate con gavitelli gialli o arancioni che vanno dalla riva fino a mt250;
3. il canale deve essere largo dai 15 ai mt20;
4. all’imboccatura a mare devono essere posizionate due bandiere bianche;
5. a riva davanti al canale deve esserci un cartello con su scritto: DIVIETO DI BALNEAZIONE-CORRIDOIO DI LANCIO;
6. tutte le unità a motore devono attraversare il canale ad una velocità di 3 nodi, tale velocita deve essere mantenuta fino al raggiungimento dei 500m dalla riva;
7. le unità a vela devono attraversare il canale a velocità ridotta al minimo;
8. è vietato ormeggiare sia unità a vela che a motore all’interno del canale.

* 9.1.hSPIAGGE LIBERE
Nelle spiagge libere il servizio di salvataggio è a carico del comune di competenza. Se il comune non ha mezzi economici per mettere delle postazioni di salvataggio una ogni 100mt fronte mare, deve (previsto da ordinanza) pubblicizzare con opportuna cartellonistica la mancanza del servizio di salvataggio.

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Abbiamo fino ad ora visto la parte dell'ordinanza balneare della Capitaneria di Porto inerente agli articoli che riguardano l'assistente bagnanti.
Iniziamo ora a trattare la parte dedicata alla nozionistica fondamentale che ogni bagnino deve ben sapere.


9.2 ONDE



Le onde sono oscillazioni di massa d'acqua che si alza e si abbassa al di sopra e al di sotto del livello di quiete per azione di agenti esterni: vento, circolazione atmosferica, terremoti.
E' uno spostamento di energia e non di materia, questa viene ceduta dall'energia cinetica del vento che spira sulla superfice marina o lacustre. Più il vento è forte e più è vasta la zona su cui soffia il vento (in gergo fetch) e più energia viene ceduta in mare. (Fetch: indica la superficie di mare aperto su cui agisce il vento per un certo periodo, creando un moto ondoso con caratteristiche di direzione e intensità costante). Questa energia trasmessa all'acqua fa muovere le particelle superficiali di un moto circolatorio, determinando così l'oscillazione della superfice marina.


Questo movimento circolatorio ha una sua ampiezza; fino a quando il fondale marino è molto profondo l'ampiezza del movimento circolare dell'onda non trovando opposizione non fa considerevolmente alzare la superfice dell'acqua, tale energia puo' percorrere molti chilometri e può alimentarsi o dissiparsi; nel momento in cui tale movimento circolatorio con la sua ampiezza incontra un ostacolo come bassi fondali, secche, scogliere, reef ecc. mostra la sua potenzialità e cioè incontrando da una parte il fondale dall'altra fa innalzare l'acqua (perché l'ampiezza del movimento circolatorio rimane tale ma si riduce, in prossimità della costa, la profondità dell'acqua) fino al punto che questa diventando così ripida frange su se stessa.(VEDI FILMATO clicca QUI')
La grandezza è la potenza delle onde sono stati classificati nella scala DOUGLAS:



9.3 I diversi fondali marini


L'importanza della conoscenza dei fondali marini è nel capire i comportamenti delle correnti delle onde e delle risacche (in gergo saper leggere il mare)
I fondali si dividono in:
1. Fondali sabbiosi
se la costa degrada con declivio dolce, generalmente i fondali sono sabbiosi, la sabbia a maggiori profondità lascia il posto a fondali misti di sabbia e fango. In questi fondali il movimento dei banchi di sabbia è in continuo mutamento, cambiando di conseguenza cambiano anche le correnti e le onde; si hanno generalmente accumuli di banchi di sabbia attraversati da correnti di ritorno molto forti che vanno a formare le buche. Le onde si frangono sempre in corrispondenza delle secche, zone dove si tocca e la corrente è minore. In corrispondenza delle buche abbiamo acqua apparentemente calma.

2. Fondali ripidi
fanno seguito ad una costa che si immerge in mare con declivio molto accentuato, la scogliera sommersa è generalmente ricoperta da alghe che sono tanto più rigogliose quanto l'acqua è più trasparente. Questi fondali sono caratterizzati da un onda alta e molto violenta che si infrange sulla spiaggia; la zona di impatto dell'onda è molto pericolosa, se necessario entrare in acqua nell'asso di tempo tra una 'rottura' di un onda e l'altra. Spesso il soccorritore si trova a dover subire due correnti, quella della forza dell'onda e quello della corrente di ritorno; trovandosi nell'impossibilità di gestire una rotta ma subendola, poiché l'intensità della forza della corrente supera quella della nuotata, pertanto dovrà valutare se fare un intervento attivo entrando in acqua o passivo chiamando la Capitaneria: 1530. In queste condizioni un soccorritore esperto può entrare in acqua a ricuperare il pericolante, considerando la possibilità di rientrare o da un altra spiaggia o facendosi recuperare da un natante.

3. Ambiente artificializzato
coste caratterizzati da pennelli di scogli artificiali, al fine di evitare l'erosione della costa, con conseguenza riduzione della spiaggia. In queste spiagge il pericolo più evidente, con mare mosso, è di essere sbattuti sugli scogli. Altro pericolo rilevante è la notevole corrente di riflusso che si crea in acqua antistante i pennelli, il bagnante verrebbe trascinato fino alla fine del pennello e li in balia delle onde violente rischierebbe di essere sbattuto sullo stesso.


9.4 Le BUCHE


La buca è creata dalla corrente di ritorno: la corrente che si forma per reflusso dell'acqua portata a riva dalle onde, scava il fondo sabbioso creando la buca. Esistono buche verticali (più pericolose) e buche orizzontali (meno pericolose).
Le buche a mare calmo sono pericolose perchè persone non esperte nel nuoto potrebbero improvvisamente non toccare più, infatti le buche si trovano vicino alle secche (zone di acqua bassa sulle quali frangono le onde “zone dei frangenti”), mentre le buche a mare mosso sono pericolose perché si crea una forte corrente verso il largo.
L'insidia più grossa delle buche sono le correnti di ritorno(Clicca QUI'), tutta l'acqua vicino ad una buca tende a refluire verso di essa. Il bagnante che si trova a fare il bagno su di una secca adiacente ad una buca inavvertitamente, spinto dalla corrente si può improvvisamente trovare a non toccare più. Una volta sulla buca il malcapitato, istintivamente nuoterà invano verso riva, perdendo forze ed energie perché la sua nuotata è ora opposta alla direzione della corrente che lo trascina verso il largo.
Quando ci si trova all’interno di una buca, il miglior modo per uscirne è puntare la secca al suo lato, attraverso una uscita di corrente(tra una buca ed una secca si individuano zone di entrata e quelle di uscita dove appunto la corrente rispettivamente, si dirige verso la buca ovvero dalla buca verso la secca). Importante è non provare ad uscire dalla buca nuotando contro corrente. Se la corrente è molto forte (vedi foto sotto) si consiglia di farsi trascinare a largo dalla corrente, una volta che si percepisce che la corrente ha perso forza, nuotare parallelamente alla costa per circa 100mt e poi rientrare a riva nella zona dove le onde frangono. Questa tecnica è valida se è il soccorritore a raggiungere il pericolante, lo tranquillizza ed insieme, lui con una nuotata di sostentamento come la rana testa alta, si fanno trasportare dalla corrente in uscita; un pericolante da solo assai difficilmente, condizionato dalla paura irrazionale, si farà spingere a largo dalla costa.
Le buche a mare calmo si riconoscono perchè la costa davanti alla buca è caratterizzata da una conca, mentre le buche a mare mosso si riconoscono perché sono prive di onde e c’è acqua che formicola. E' importante sconsigliare la balneazione all’interno della buca in condizioni meteomarine pericolose al fine di evitare incidenti.

OGNI INFORMAZIONE DI EVENTUALE PERICOLO CHE VOGLIA ESSERE DATA AI BAGNIANTI, DEVE ESSERE FATTO ATTRAVERSO CARTELLONISTICA BEN VISIBILE CON SCRITTA IN ITALIANO-INGLESE-ALTRA LINGUA STRANIERA A PIACERE

Clicca QUI'
e guarda il servizio andato in onda il 13 luglio 2016 a Superquark su RAIUNO sulle correnti marine.


9.4bis CARTA SINOTTICA

La parola sinottica deriva dal greco synoptikós, ovvero “sguardo d’insieme“. Avrete notato che in molti articoli appare spesso questa parola e non è un caso: in ogni previsione del tempo, analogamente al procedimento di calcolo dei parametri meteorologici mediante modelli matematici, è necessario partire dalle condizioni iniziali del sistema atmosferico; queste informazioni vengono dedotte appunto attraverso la meteorologia sinottica, la quale si occupa principalmente di analizzare in dettaglio la distribuzione di fronti, nuvolosità, precipitazioni e ogni tipo di variabile meteorologica (se possibile);
- dovendo effettuare una previsione, è estremamente consigliabile iniziare con una buona visione di quello che già è in atto.
Come si leggono le carte sinottiche?
Con un po’ di pratica, potrete dedurre dalle carte sinottiche preziose informazioni sul tempo che farà nella vostra area di navigazione.I principi base tramite i quali leggere una carta sinottica non sono difficili: su di essa troverete i principali centri di alte e basse pressioni con il corrispettivo valore espresso in millibar (o, più precisamente, ecto pascal). La pressione atmosferica media è di 1013 ecto pascal, per cui il centro di un anticiclone (la zona di alta pressione) esprimerà un valore al di sopra di questa cifra. Una depressione profonda (e cioè caratterizzata da una pressione molto bassa), il cui centro ha un valore intorno ai 960 ecto pascal, per esempio, sarà più dannosa sottocosta perché tanto è più profonda una depressione tanto maggiore sarà l’intensità del vento creato dalla disparità della pressione atmosferica. La distanza fra le isobare su una carta sinottica, definita gradiente isobarico, si assottiglia all’ aumentare del vento per cui aspettatevi vento forte e mare se le linee sono molto vicine fra loro. Le masse d’aria non si spostano in linea retta dai centri di alta pressione ai centri di bassa pressione, ma seguono un moto rotatorio orario in uscita dalle zone anticiclonice e orario in entrata verso le depressioni con un angolo di circa 15 gradi rispetto alle isobare. Le carte sinottiche riportano anche i principali fronti caldi, freddi, stazionari ed occlusi. I fronti sono i punti in cui masse d’aria di temperatura diversa si incontrano. Questa differenza di temperatura causa sempre precipitazioni, quindi capire quando incontrerete un fronte vi aiuterà a capire se troverete pioggia, e che tempo farà dopo il passaggio del fronte: dopo un fronte caldo, generalmente, segue cielo coperto e cupo ma dopo un fronte freddo il tempo dovrebbe iniziare a migliorare.
Un consiglio utile.
Quando guardate le previsioni meteo non focalizzatevi esclusivamente sulla vostra area di navigazione e su una finestra temporale ristretta, ma cercate di acquisire una visione d’insieme che comprenda l’evoluzione meteorologica precedente e successiva in una zona più ampia; le condizioni reali potrebbero essere leggermente in anticipo o ritardo rispetto a quelle previste, oppure un centro depressivo potrebbe passare un po’ più a sud o a nord determinando condizioni differenti.

Se vi interessa l'argomento, cliccando qui trovate un interessante corso di lettura delle carte sinottiche.



9.5 ROSA DEI VENTI

Il vento è il movimento di una massa d'aria atmosferica da un'area con alta pressione ( anticiclonica ) ad una di bassa pressione ( ciclonica ). Il vento ha due caratteristiche importanti: la direzione e l'intensità.
In virtù della direzione da dove spira acquista un suo nome caratteristico, nomenclatura data dagli antichi romani (antichi naviganti del mare nostrum).
- Nord TRAMONTANA dal latino trans montanus. Vento tipico della stagione invernale porta con se cielo sereno, aria molto fredda, tersa e secca.
- NordEst GRECALE che spira dalla Grecia, anche questo tipico invernale molto freddo e soffia a raffiche violente.
- Est LEVANTE spira dall'Est dove leva il sole, vento fresco ad indicare l'arrivo di un fronte anticiclonico di brutto tempo.
- SudEst SCIROCCO vento molto caldo, che in Italia porta umidità, brutto tempo e mare mosso.
- Sud OSTRO dal latino auster, di provenienza australe; porta con se umidità e brutto tempo.
- SudOvest LIBECCIO che spira della Libia, vento molto intenso e burrascoso.
- Ovest PONENTE spira da dove il sole tramonta (o pone), vento fresco tipico della stagione estiva.
- NordOvest MAESTRALE spira dalla via maestra, vento fresco intenso e porta bel tempo.
In merito all'intensità del vento essa si misura in NODI(oppure m/s - km/h - 1 nodo equivalgono a 1,852 km/h) e la scala di riferimento è la Beaufort:

CARATTERISTICA DEI VENTI NEL IV° QUADRANTE:
I venti da mare LIBECCIO-PONENTE sono pericolosi perché se di forte intensità portano mare mosso con il conseguente pericolo per i bagnanti.
I venti da terra TRAMONTANA-GRECALE sono pericolosi perché cerano una corrente verso il largo, in questo caso il bagnino deve issare la bandiera gialla per forte vento e sconsigliare la balneazione a persone ed a oggetti gonfiabili.
I venti paralleli alla costa SCIROCCO-MAESTRALE creano correnti parallele alla costa, che vanno da sud verso nord o viceversa, quindi poco pericolose perché spostano i bagnanti parallelamente alla costa e non verticalmente.
Lo scirocco che soffia da sud-est annuncia l’arrivo di una bassa pressione e di brutto tempo, quindi anche di mare mosso. Infatti generalmente dopo lo scirocco viene il libeccio.
In caso di venti tesi è importante issare la bandiera gialla e se necessario occorre procedere alla chiusura di tutti gli ombrelloni, al fine di evitare incidenti.

9.6 NUBI


In meteorologia una nuvola, nel linguaggio scientifico più comunemente nube, è un'idrometeora costituita da minute particelle d'acqua condensata e/o cristalli di ghiaccio, sospese per galleggiamento nell'atmosfera e solitamente non a contatto con il suolo.
Per meglio comprenderne la formazione, le nubi sono prodotte dalla condensazione del vapore generato dall'evaporazione dell'acqua sulla superficie terrestre (contenuta nei mari, laghi, fiumi, etc.) a causa del riscaldamento solare. Attraverso il trasferimento solare la temperatura della superficie terrestre aumenta. Per conduzione termica il suolo caldo scalda anche l'aria a contatto con esso. Poiché l'aria calda è più leggera di quella circostante relativamente fredda si solleva generando una corrente ascensionale e portando con sé l'umidità contenuta. L'aria si raffredda salendo irreversibilmente, raggiungendo il punto di saturazione del vapore, il quale si trasforma in minuscole goccioline di acqua che galleggiano nell'aria formando per l'appunto le nubi.
Se la temperatura è particolarmente bassa queste si trasformano in microscopici cristalli di ghiaccio.

L'aspetto di una nube è determinato: dalla natura, dalla grandezza, dal numero e distribuzione nello spazio delle particelle che la costituiscono; dipende anche dall'intensità e dal colore della luce ricevuta dalla nuvola e dalla posizione relativa dell'osservatore e della sorgente di luce.
Le nuvole che si formano sulla terra sono costituite di vapore acqueo che, condensandosi, forma piccole goccioline o cristalli di ghiaccio. Quando si formano agglomerati di miliardi di queste goccioline, appare visibile la nuvola, di un tipico colore bianco, dovuto all'alta riflessione della luce sulla superficie di queste goccioline. A causa dell'elevata dispersione della luce nelle goccioline che compongono la nube, essa può apparire anche grigia o a volte blu scura quasi nera. Maggiore sarà la densità della nube e maggiore il suo spessore, più scura essa apparirà. Questo è il motivo per cui una nube temporalesca, appare molto scura alla base.
All'alba ed al tramonto le nuvole possono assumere un colore simile a quello del cielo, soprattutto arancione e rosa. Attorno alla lunghezza d'onda dell'infrarosso, le nuvole apparirebbero più scure perché l'acqua che le costituisce assorbirebbe fortemente la luce solare a questa lunghezza d'onda.

Si possono individuare quattro tipi fondamentali di nubi nella loro infinita varietà (di forme, trasparenza, altezza, ecc.):
- i cirri, che appaiono come filamenti lunghi e bianchi; sono costituiti da cristalli di ghiaccio che li rendono traslucidi, e grazie alla loro disposizione si può sapere la direzione del vento in quota;
- i cumuli (o cumoli) che appaiono come grumi o globuli, isolati o a gruppi, di dimensioni e forme diversissime, bianchissimi ove colpiti dalla luce del sole, grigiastri ove all'ombra; sovrastano una corrente ascensionale;
- gli strati, spesso di estensioni notevoli e di forma piatta;
- i nembi, la cui base appare grigia scura e che sono portatori di pioggia.

Sulla base dei tipi fondamentali spiegati sopra, le nubi possono essere classificate secondo l'altezza della loro base dal suolo, in quattro gruppi e dieci tipi:
1. Nubi alte
2. Nubi medie
3. Nubi basse
4. Nubi a sviluppo verticale

1.NUBI ALTE
Formazioni nuvolose con base (nelle regioni temperate) tra gli 8000 ed i 14000 m, sono le nubi più fredde, composte essenzialmente da cristalli di ghiaccio che le rendono traslucide; dalla loro disposizione si può sapere la direzione del vento in quota. Sono caratterizzate del prefisso "cirro-".
- cirri -cirriforme (filamenti);
- cirrocumuli -stratocumuliforme (rotoli o increspature), sono nubi di cristallo di ghiaccio con forma leggermente globosa;
- cirrostrati -stratiforme.

2. NUBI MEDIE
Sono formazioni nuvolose con base (nelle regioni temperate) tra i 2000 e gli 8000 m. Sono essenzialmente composte da gocce d'acqua o da un miscuglio di gocce d'acqua e cristalli di ghiaccio. Sono caratterizzate dal prefisso "alto-".
- altocumuli - stratocumuliforme, sono nubi che si formano con tassi di elevata umidità e con venti deboli;
- altostrati - stratiforme, sono nubi che si trovano presso ai poli e provocano nevicate

3. NUBI BASSE
Formazioni nuvolose con base (nelle regioni temperate) sotto i 2000 m, sono essenzialmente composte da gocce d'acqua. Quando le nubi basse giungono in contatto col terreno si parla di nebbia. Sono caratterizzate dal prefisso e suffisso "strato-".
- Cumuli specie humilis -cumuliforme
- stratocumuli -stratocumuliforme
- strati -stratiforme

4. Nubi a sviluppo verticale
Formazioni con base sotto i 3000 m. Sono essenzialmente composte da gocce d'acqua.
- Cumuli specie mediocris -cumuliforme
- Nembostrati -stratiforme

Le formazioni nuvolose verticali sono le nubi più turbolente e sovrastano le correnti ascensionali. Nelle loro forme più grandi (cumulonembi), possono raggiungere dimensioni enormi, coprendo intere regioni e portando violente precipitazioni e temporali. Questi tipi di nubi non sono classificati insieme agli altri per altezza perché hanno appunto un grande sviluppo verticale.
- Cumulo congesto o torreggiante -cumuliforme
- Cumulonembi -cumulonimbiforme

Le nubi coprono circa la metà della superficie atmosferica e quindi hanno un rilevante effetto sul bilancio energetico Sole/Terra pur con differente peso a secondo del tipo di nube in base al suo spessore: nubi alte e stratificate come cirri e cirrostrati tendono a riscaldare l'atmosfera lasciando passare la radiazione solare e bloccando la radiazione terrestre uscente ad onda lunga; viceversa le nubi basse, dense e spesse tendono a raffreddare la superficie terrestre riflettendo direttamente la radiazione solare entrante.


9.7 Nozioni di METEOROLOGIA

La conoscenza della meteorologia è essenziale per il bagnino, conoscere i venti è indispensabile, per sapere quali sono i più pericolosi per la balneazione.
È inoltre fondamentale avere le idee chiare sulle variazioni del tempo nelle aree anticicloniche e in quelle cicloniche. Se ad esempio siamo in una zona di alta pressione non avremo pioggia. Se invece ci troviamo in una zona di bassa pressione possiamo avere precipitazioni.
Trovandoci in una zona di discrimine tra una di alta pressione ed una di bassa e ci son cumulonembi di pioggia potremo avere scrosci solo di breve durata ma intensi, perché le nubi cariche di pioggia transiteranno trascinate dal vento e non staranno ferme a scaricare acquazzoni per l’intera giornata.
Con poche nozioni potremo programmare meglio il nostro lavoro, sapendo anticipatamente quando sono probabili le perturbazioni.
Il tempo
Nelle zone di Alta Pressione il tempo è buono: l'alta pressione non permette la formazione di nubi di pioggia.
Nelle zone di Bassa Pressione il tempo è variabile: possono arrivare le perturbazioni ,ma può esserci anche bel tempo.
Le brezze
Il giorno il sole scalda più la sabbia che il mare : il calore fa abbassare la pressione sulla costa ,e dal mare ,dove la pressione è più alta, arriva aria :Brezza di Mare.
La sera , al tramonto ,il sole non scalda più la sabbia e, si viene a creare un equilibrio tra la pressione sulla terra e quella sul mare, il risultato è assenza di vento.
Nelle ore notturne la sabbia si raffredda , il mare , avendo una escursione termica minima, più caldo rispetto alla terra: si crea una situazione opposta alle più calde ore del giorno, con la zona di alta pressione sulla costa e l’aria che si sposta verso il mare :la Brezza di Terra. La Brezza di Terra fa sentire la sua forza la notte e nella prima mattina (d’estate fino all’incirca alle ore 10 del mattino) ed è pericolosa perché trascina al largo, viene sottovalutata sia dai bagnanti che dai bagnini perché spira a mare calmo.
Dopo le ore dieci il sole scaldando la costa, fredda dalla notte, va a ricreare una sorta di equilibrio (riferito alla differenza di pressione tra le due zone) simile a quello del tramonto con assenza di vento. Ma dopo poco (all’incirca un’ora) il calore del sole contribuirà alla formazione della Brezza di Mare. Ovviamente d’Estate le Brezze, a causa del caldo, cambiano più velocemente.

9.8 Individuazione e ricerca di un pericolante


La scelta di iniziare la ricerca di un disperso sott’acqua è senz’altro critica. Per evitare confusioni ed errori, qualunque sia il metodo di ricerca impiegato, è essenziale che la zona venga delimitata e vengano presi dei punti di riferimento.
Ci sono due tipi di ricerca per individuare un annegato

-La ricerca circolare - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -La ricerca a zone


9.9 LA VITA MARINA - I pericoli dei nostri mari

I pericoli maggiori che possono avvenire dalla fauna marina derivano dalle punture e dai morsi dei celenterati (meduse, anemori di mare ecc.). Queste creano manifestazioni cutanee più o meno gravi e possono scatenare reazioni sistemiche (anafilassi). Le biotossine di questi animali di mare sono termolabili (vengono inattivate dal calore), quindi una volta tolto/i con delicatezza ed attenzione il/i pungiglione/i, disinfettare la ferita o la parte colpita e metterla a contatto di acqua calda. Se la persona dovesse avere uno choc violento, chiamare il 1.1.2.


9.10 LAGHI

La pericolosità di un lago, apparentemente inesistente visto l'immobilismo delle sue acque, avviene quando spirano venti molto forti. In questi casi si alzano onde violente e alte, che possono mettere in seria difficoltà un nuotatore. In queste condizioni ne approfittano spesso i velisti, da tener anche essi sotto controllo. Inoltre anche durante giornate estive, soleggiate e con ventilazione debole o assente alcuni sub consigliano di stare sempre attenti durante le immersioni in un lago e di farsi guidare, almeno inizialmente, da istruttori esperti che conoscono bene la zona e i fondali in quanto spesso si verificano delle pericolose correnti lacustri
La temperatura dell’acqua è l’elemento critico dei laghi. In caso di necessità, se si dovesse rimanere molte ore in acqua fredda, si raccomanda di assumere la “posizione di sicurezza”, che contribuisce a proteggere dalla dispersione di calore.

9.11 FIUMI


Nel salvataggio nei fiumi, la cosa più importante che un soccorritore deve analizzare è l'intensità della corrente. Spesso si effettua un salvataggio a valle rispetto al pericolante ed il soccorritore, per non farsi trascinare via dalla corrente si assicura ad una cima lunga ancorata sulla riva. Una volta in acqua la stessa posizione di sicurezza adottata in un lago la si assume in un fiume con il duplice scopo, quello già visto di ridurre al massimo la dispersione termica dell'organismo e l'altra di impattare eventuali ostacoli con gli arti inferiori e non con il busto onde evitare danni ad organi interni necessari alla vita.
Nei Fiumi uno dei più grossi pericoli sono i tronchi. Se il soccorritore incontra un ostacolo quale un tronco, il tronco ruota e si rischia di restarvi intrappolati sotto, L’unica azione possibile è cercare di scavalcare decisamente l’ostacolo.


Atro pericolo nei fiumi, sono i SALTI d'acqua. La figura qui accanto illustra un tipo di sbarramento, mostrandone uno spaccato. L’acqua che tracima dalla testa crea una così forte ri-circolazione rotatoria detta risacca da imprigionare il malcapitato. L'unica cosa è superare la risacca immergendosi il più possibile (via di fuga).


9.12 BAROTRAUMA

Si definisce barotrauma una lesione ai tessuti provocata dal mancato equilibrio fra la pressione dell'aria contenuta in una cavità corporea e la pressione dell'ambiente circostante.
I barotraumi in mare possono capitare sia durante le immersioni in apnea che con autorespiratore. Le cause dei barotraumi sono mancate tecniche di compensazione della pressione sia in immersione che in risalita in superfice. Sintomatologia: respiro irregolare, stanchezza, dolori al cuore, macchie improvvise e digiuno. Il soccorso consiste nel mettere l'infortunato in condizione di assoluto riposo, sdraiarlo, garantirgli le funzioni vitali e se necessario provvedere alla somministrazione di ossigeno puro per la respirazione, chiamare il 1.1.2. denunciando la necessità di portare l'infortunato in una camera iperbarica per le necessarie cure.

Schema di intervento ad un SUB:

Schema di intervento ad un APNEISTA:


9.13 NODI nel SALVAMENTO


Le categorie dei nodi trattati sono le seguenti:

NODI D'ARRESTO:
si eseguono all'estremità dei cavi, allo scopo d'impedire che essi si sfilino da fori o da bozzelli. Impiegati nelle manovre correnti (scotte, drizze, ecc.) e a scopo decorativo su cime particolarmente in vista. Alcuni di essi, come il pugno di scimmia, possono essere impiegati come nodi d'appesantimento per le cime o sagole da lancio. I più importanti nodi d'arresto sono: il nodo semplice, il nodo Savoia, il nodo del cappuccino, il nodo del francescano, il pugno di scimmia.
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Nodo Savoia (Clicca QUI')
Il nodo Savoia è un nodo di facile esecuzione; fatto all'estremità della cima, serve come punto di arresto.


NODI DI GIUNZIONE:
hanno facilità di essere sciolti dopo l'uso, e di poter unire le estremità, di due cavi senza danneggiarne la consistenza, sostituendo l'impiombatura, danno la possibilità di usare gli stessi cavi o cime più volte.
Affinché i nodi di giunzione offrano una certa sicurezza occorre che i cavi usati abbiano lo stesso diametro e le stesse proprietà fa eccezione a questa regola il nodo bandiera che, pur unendo due cavi di diverso diametro e natura, risulta altrettanto sicuro. I più importanti nodi di giunzione sono: il nodo piano, il nodo di scotta o bandiera, il nodo vaccaio, il nodo inglese, il doppio nodo inglese, le due gasse.
Per alcuni nodi di giunzione esiste la possibilità del ganciamento, il quale consiste in un doppino che forma un occhio aggiunto al nodo stesso. I nodi ganciati più importanti sono: il nodo piano ganciato, detto nodo di terzaruolo o di matafione e il nodo bandiera ganciato. Esistono altri nodi di giunzione, con caratteristiche diverse da quelli usati nell'arte marinaresca, i quali quando si stringono non possono più, sciogliere. I più noti sono il nodo del tessitore e il nodo di rete.
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Nodo Piano (Clicca QUI')
Il nodo piano è un nodo di facile esecuzione; serve principalmente ad unire cime di ugual diametro.

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Nodo Bandiera (Clicca QUI')
Il nodo Bandiera serve principalmente ad unire cime di diverso diametro e, come dice il nome, è usato dal Bagnino di Salvataggio per assicurare la gassa della bandiera alla cima del pennone.

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Nodo Inglese (o del Pescatore)
Il nodo Inglese è utilissimo per unire due cime in maniera molto sicura e resistente, in quanto il nodo si assucca con la tensione, ma è difficile da sciogliere. L'esecuzione è semplicissima.


NODI AD OCCHIO:
i nodi a occhio, o gasse, sono asole, cappi o doppini chiusi e annodati quasi generalmente, all'estremità di un cavo. A differenza dei nodi d'avvolgimento, che vengono eseguiti direttamente sull'oggetto, questi nodi vengono quasi sempre fatti in mano e poi passati attorno a una bitta, un gancio o a un palo. Inoltre i nodi a occhio non si rovesciano nè si guastano quando vengono sfilati dall'oggetto; e, dato che la loro forma non è determinata dall'oggetto attorno al quale sono avvolti, si possono usare più volte. I principali nodi a occhio sono: la gassa d'amante; la gassa d'amante doppia e tripla; la gassa d'amante con cima doppia; la gassa spagnola; la gassa d'amante ganciata; il cappio del pescatore.
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Nodo Gassa d'Amante (Clicca QUI')
La Gassa d'Amante è senz'altro uno dei nodi più sicuri e versatili; esso ha una eccellente tenuta ed facile da sciogliere, anche dopo che è stato a lungo in tensione. Ideale per recuperare un pericolante, per assicurare permanentemente l'ancora alla traversina.


NODI DI ACCORCIAMENTO:
per nessuna ragione al mondo si deve tagliare una fune. Una fune tagliata, infatti, perde gran parte del suo valore e nessun nodo di giunzione può restituirle le primitive doti di sicurezza e utilizzabilità. Quando la lunghezza del cavo è abbondante rispetto a un particolare impiego si può, ricorrere ai nodi d'accorciamento, che, come dice il nome, servono ad accorciare i cavi senza ricorrere al loro taglio. Un particolare impiego di nodi d'accorciamento consiste nell'esclusione dall'utilizzo delle parti logore o danneggiate che il cavo dovesse presentare: quelle parti, infatti, essendo incluse nel nodo di accorciamento, rimangono inoperanti e di conseguenza escluse da ogni sforzo.
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Nodo Margherita (Clicca QUI')
La funzione del nodo margherita è di accorciare una cima senza tagliarla e senza accorciare le estremità.
È molto utile anche per rafforzare un tirante logorato.


NODI DI AVVOLGIMENTO:
i nodi d'avvolgimento, generalmente, si eseguono direttamente su di un oggetto, sia per assicurare qualcosa su di esso, sia per stringergli un cavo attorno. È buona regola mentre si eseguono le volte seguire il senso di torsione del cavo. I nodi d'avvolgimento sono divisi in due gruppi: al primo appartengono quei nodi che vengono eseguiti passando due o più volte il cavo attorno all'oggetto e inserendo corrente e dormiente sotto le volte; al secondo gruppo appartengono quei nodi che vengono eseguiti passando due o più volte attorno all'oggetto e annodando il corrente attorno al dormiente con dei mezzi colli. Fanno parte del primo gruppo: il parlato semplice, doppio e triplo (su asta o anello), il parlato ganciato, la bocca di lupo, il nodo di galloccia, il nodo di galloccia ganciato. Appartengono al secondo gruppo: i mezzi colli, il mezzo collo ganciato, il nodo di ancorotto, doppio e triplo, il nodo di bozza.
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Nodo Parlato (Clicca QUI')
Il nodo Parlato, anch'esso di facile esecuzione, viene usato generalmente per legare l'ancora o il salvagente alla traversina del pattino; con il crescere della tensione si stringe sempre più (o si assucca), ma è meglio assicurarlo con qualche collo.

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Nodo Stroppo (Clicca QUI')
Il nodo stroppo è un nodo di facile esecuzione; usato generalmente per fissare il remo allo scalmo in modo da impedirne la perdita.


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DA STAMPARE e CONSEGNARE ALL'ISTRUTTORE
[SONDAGGIO]
Fonte: Salvamento Roma
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